È la prima volta che un’europarlamentare italiana viene nominata Presidente del Forum della Ceramica.
Ieri sono stata nominata Presidente del Forum della Ceramica. lo European Parliament Ceramics Forum (EPCF)
L’EPCF è un rilevante organismo interpartitico, nato nel 1994, titolato ad affrontare all’interno delle istituzioni europee le principali sfide e problematiche riguardanti il settore ceramico e i suoi lavoratori.
Al Forum, oltre ai membri del Parlamento europeo e della Commissione europea, partecipano le aziende produttrici di ceramica, le rispettive associazioni nazionali e i rappresentanti dei sindacati europei.
È una grande responsabilità oltre che un onore rappresentare uno dei pilastri dell’economia europea nonché uno dei settori industriali più antichi d’Europa.
L’industria della ceramica si è costruita nel tempo e vanta una lunga e orgogliosa tradizione, evolvendosi costantemente per creare prodotti sempre più innovativi e soluzioni per migliorare la nostra vita di tutti i giorni.
Il mio sarà un impegno per tutto il settore ceramico italiano, che in parte già ho avuto modo di incontrare attraverso il lavoro che sto svolgendo a Bruxelles.
Oggi, con un fatturato pari a 26 miliardi di euro, di cui un oltre un terzo attraverso export a livello globale, la ceramica in Europa vanta quasi 400 mila tra addetti diretti e di indotto e rappresenta circa il 25% della produzione mondiale.
L’industria ceramica italiana rappresenta una parte importante, con un fatturato che nel 2020 ha superato i 6 miliardi di euro, di cui oltre 5 miliardi provenienti dall’export, occupando circa 27.000 addetti.
L’Emilia-Romagna in particolare traina la produzione italiana, con oltre 17 mila addetti e 5,4 miliardi di fatturato, di cui 4,7 miliardi grazie all’export.
La mia nomina a Presidente dell’EPCF è stata presentata a Sassuolo durante la conferenza stampa organizzata da Confindustria Ceramica e annunciata direttamente dal Presidente e dal Direttore Generale dell’organizzazione Giovanni Savorani e Armando Cafiero.
In conferenza stampa di presentazione ho ricordato come il Parlamento Europeo in questi mesi stia lavorando su diversi dossier di particolare rilievo per l’industria ceramica italiana e continentale.
In particolare, mi sono soffermata sull’impatto del pacchetto di misure “Fit for 55” – che implementa il Green New Deal europeo – sul settore della ceramica.
Bene gli investimenti sulla transizione ecologica e la decarbonizzazione, ma la ceramica deve essere inclusa nelle norme che prevedono aiuti compensativi per gli sforzi che verranno effettuati, soprattutto in una fase in cui la riduzione delle emissioni ha comunque un costo e in cui i prezzi dell’energia sono diventati insostenibili.
Il pacchetto verde della Commissione non può essere punitivo per migliaia e migliaia di lavoratori e imprese.
Occorre procedere con equilibrio e buon senso all’interno di un passaggio delicato e complicato verso nuovi modelli di produzione che va certamente intrapreso.
C’è infine sicuramente preoccupazione per la drammatica evoluzione dello scenario energetico che sta implicando, per l’intera manifattura italiana, un incremento esponenziale dei costi dell’elettricità e del gas.
A livello europeo, sostengo con forza l’impegno a favorire i singoli Stati membri nell’adozione di misure congiunturali e strutturali di salvaguardia per il proprio tessuto economico, perché sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro.