In questi mesi la Bielorussia è tornata sotto l’attenzione di tutti per la crisi migratoria ai suoi confini con la Polonia. Lukashenko, l’autocrate che governa il Paese, ha facilitato l’accesso ai visti per i migranti provenienti da Iraq e Afghanistan, solo per poi spingerli al confine in un tentativo di destabilizzare gli Stati confinanti. Un uso della persona umana inaccettabile.

Per questo Svetlana Tikhanovskaya, la legittima vincitrice delle ultime elezioni in Bielorussia, è venuta a farci visita alla scorsa plenaria del Parlamento. È sempre un onore accoglierla a Strasburgo, visto il suo impegno per lo Stato di diritto in un Paese che purtroppo non è mai stato pienamente libero e democratico. Questa settimana la Tikhanovskaya ha voluto porre l’accento su un punto importante all’interno della crisi migratoria: eventuali sanzioni non dovrebbero colpire il popolo bielorusso, che nel 2020 aveva scelto la democrazia, ma il regime di Lukashenko. Già oggi ci sono pesanti sanzioni contro gli oligarchi bielorussi, soprattutto sulle loro disponibilità finanziarie. Continuiamo a lavorare in questo senso, facendo capire a Lukashenko che l’Europa rimane un baluardo contro i regimi illiberali come il suo.