La scorsa settimana abbiamo ottenuto un grande successo con l’approvazione del bilancio pluriennale, della riforma delle risorse proprie e del Fondo europeo per la ripresa. Il Parlamento europeo ha giocato un ruolo determinante, e il risultato c’è stato: 16 miliardi in più, per un totale di circa 1 800 miliardi per questo bilancio pluriennale. Ma non contano solo le cifre e la quantità, contano altri due aspetti che vorrei sottolineare.

Il primo è la logica di sistema che è stata utilizzata per la prima volta, direi rivoluzionaria: il quadro pluriennale è stato approvato insieme alla revisione delle risorse proprie e potremo finalmente chiedere contributi pesanti alle multinazionali del web, potremo chiedere alle imprese che inquinano di non farlo più e di pagare tasse, se per caso lo fanno e non ci aiutano nella lotta al cambiamento climatico.

La revisione delle risorse proprie ci consentirà, in una logica appunto di pacchetto, di finanziare il NextGenerationEU. Questo non era mai successo, sono risposte straordinarie a bisogni giganteschi. In effetti non possiamo farci piccoli quando le richieste sono enormi, non possiamo arretrare quando arrivano istanze colossali.

Il secondo elemento è il rapporto tra bilancio e democrazia: il bilancio è il cuore pulsante delle democrazie, è il modo in cui noi spieghiamo ai nostri cittadini cosa facciamo e come lo facciamo. Abbiamo bisogno di un bilancio dell’Unione europea sano, pulito e trasparente per far capire dove stiamo andando; abbiamo bisogno di un bilancio ambizioso per evitare che questa devastante crisi si diffonda.

Come ha detto Kamala Harris, la prima donna Vicepresidente eletta negli Stati Uniti: “dream with ambition, live with conviction”. Questo lo faremo e lo faremo in nome dei nostri cittadini.