Questa settimana in Parlamento europeo si è svolta una sessione plenaria molto importante, soprattutto per le sorti dell’agricoltura europea. La Politica Agricola Comune (PAC) è un pilastro fondamentale dell’Unione Europea, perché garantisce un sostegno economico a tutti gli agricoltori. In questo modo non solo assicura che il cibo che arriva sulle nostre tavole sia buono e salutare, ma dà anche aiuto alle zone rurali che troppe volte vengono lasciate indietro nelle trasformazioni dell’economia.
E quindi durante questa sessione plenaria abbiamo votato due relazioni riguardanti il futuro della PAC, una riguardante i piani nazionali per lo sviluppo rurale e l’altra sul finanziamento e il monitoraggio della politica agricola. Al di là delle disposizioni più tecniche – comunque importanti per garantire il buon funzionamento della PAC – le relazioni presentano dei temi politici cruciali. Ad esempio, l’agricoltura e l’allevamento intensivi possono diventare un problema per la salvaguardia dell’ambiente. C’era quindi bisogno di trovare un bilancio tra la protezione ambientale e il sostegno all’economia agricola. Credo si sia trovato un buon compromesso: in linea con gli accordi di Parigi sul clima, gli agricoltori dovranno obbligatoriamente rispettare gli standard di protezione ambientale per poter accedere ai fondi. Invece nell’ottica di sostenere il settore, le piccole e medie imprese agricole, così come i giovani imprenditori, potranno ricevere fondi aggiuntivi per favorire la crescita delle loro attività.
Il caporalato è un fenomeno purtroppo molto diffuso nel nostro Paese e anche in tutta Europa. La nuova PAC dovrà consentire l’applicazione di sanzioni ai beneficiari che non rispettino gli standard lavorativi nei confronti dei loro dipendenti. Diciamo basta allo sfruttamento della manodopera agricola. Infine, abbiamo votato una norma a protezione della nostra tradizione gastronomica: i prodotti a base vegetale non potranno chiamarsi con nomi di prodotti tipici di carne, come la coppa o il prosciutto. Qualsiasi tipo di prodotto vegetariano è benvenuto sul mercato, ma per questioni di trasparenza non si potrà chiamare come i prodotti tradizionali a base di carne. I voti di questa sessione plenaria mi sembrano essere un ottimo passo in avanti per il futuro dell’agricoltura europea, che deve rimanere un settore fondamentale per l’Europa anche nei decenni a venire.