L’aumento di due miliardi previsto per il meccanismo di protezione civile europeo, discusso questa settimana in Commissione Bilancio a Bruxelles, è un passo storico verso la creazione di un sistema coordinato di risposta europea alle emergenze.  Una riserva comune di mezzi e capacità operative e un maggior coordinamento tra Stati Membri rientrano tra le misure necessarie per dare risposte adeguate in momenti di crisi, sia sanitaria che ambientale. Lo abbiamo visto bene nei primi giorni di marzo durante la diffusione della pandemia: l’Europa ha capito quella drammatica lezione.

Questa settimana abbiamo discusso in Commissione bilancio la relazione sul meccanismo europeo di protezione civile, di cui sono relatrice-ombra. Arrivando a oltre 3 miliardi di euro a bilancio 2021-2027, l’Europa triplica i fondi per la protezione civile. In questo modo l’Unione Europea si doterà finalmente delle risorse e dei mezzi adeguati per rispondere alle emergenze, utilizzando appieno anche le infrastrutture spaziali europee, come il sistema Galileo. 

Mi sto impegnando da una parte perché la pianificazione delle risorse avvenga con il massimo coinvolgimento di chi ha un ruolo fondamentale nella gestione delle emergenze sul territorio, cioè delle Regioni e del terzo settore. Dall’altra perché l’attenzione sia rivolta anche all’impatto economico e sociale causato dalle emergenze. 

In particolare l’Emilia-Romagna – che ha uno dei modelli operativi più avanzati in Europa di gestione della protezione civile – potrà cogliere questa opportunità. Grazie alla presenza di un terzo settore innovativo e dinamico e dello straordinario lavoro di migliaia di volontari sul territorio la nostra regione potrà essere un punto di riferimento per il sistema di protezione civile europeo.