I dati che stanno emergendo sull’impatto sociale del Covid-19 in Emilia-Romagna confermano che le donne sono, in modo drammatico, le più penalizzate da questa crisi: da marzo a maggio nella nostra regione si registrano infatti 22 mila contratti di lavoro dipendente in meno per le donne, quasi il 57% del totale complessivo dei posti persi. È evidente che l’impattato su commercio, alberghi, turismo e in generale sui servizi riguarda soprattutto sulle donne. Questa settimana è stata approvata in Parlamento Europeo la relazione sulla ‘Gender Equality’ – di cui sono relatrice per il gruppo S&D – che accompagnerà la strategia europea sull’uguaglianza di genere per i prossimi cinque anni.
In Europa stiamo lavorando perché l’uguaglianza di genere sia realizzata attraverso misure concrete come la parità salariale uomo-donna, il riconoscimento dell’enorme lavoro di cura informale svolto dalle donne, maggiori servizi per la conciliazione vita-lavoro e il recepimento immediato della convenzione di Istanbul sulla violenza sulle donne. La nuova strategia europea sull’uguaglianza di genere è ambiziosa e lancia un nuovo piano di azione perché le donne siano messe al centro dell’agenda politica anche a livello nazionale e locale’.
Tra i dati più rilevanti sull’occupazione femminile in Emilia-Romagna, emerge come nel primo trimestre di quest’anno la riduzione dell’occupazione interessi solo ed esclusivamente le donne – con oltre 7 mila occupate in meno a livello regionale – mentre l’occupazione maschile risulta in leggero aumento. Infine, sulle richieste di cassa integrazione in deroga presentate al 30 giugno 2020, a livello regionale oltre il 60 % – cioè 66 mila dei 109.127 lavoratori interessati dalle domande finora autorizzate – è rappresentata da donne.