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In vista dell’incontro dei leader europei del 17-18 luglio, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha presentato il proprio piano per far approvare il Recovery Plan for Europe a tutti i governi nazionali. La proposta, benché faccia alcuni passi avanti sul piano delle imposte proprie europee, non è soddisfacente. Non rispetta le ambizioni del Parlamento europeo che aveva chiesto 1.300 miliardi per il bilancio pluriennale, oltre a quelli dello strumento straordinario, Next Generation EU. Michel propone invece 1.074 miliardi a cui si affiancherebbero i 750 miliardi di Next Generation Eu. Nel complesso la cifra è imponente, ma sono previsti alcuni tagli per noi dolorosi sui programmi Erasmus + e Horizon Europe, che sono il fiore all’occhiello dell’Europa che conosciamo e che vogliamo salvaguardare.

Come Socialisti e Democratici vogliamo essere ambiziosi, ad esempio puntando molto sull’introduzione di nuove risorse proprie europee, per non far pagare la crisi a quelli che hanno sempre pagato (cittadini e famiglie) e invece far pagare chi non ha mai dato nulla (multinazionali del web ad esempio). La proposta di introdurre una tassa sul digitale, così come alcune imposte legate alla lotta al cambiamento climatico da una parte e alle transazioni finanziare dall’altra sono la direzione verso cui andare per avere margini sufficienti per sostenere lo sforzo finanziario dell’Unione e favorire la ripresa.

Se l’accordo finale non dovesse essere abbastanza coraggioso, siamo pronti a rifiutarlo e chiedere ai leader europei di mettere più fondi a disposizione del Recovery Fund.