Vale la pena ripeterlo. Non è vero che l’Europa è assente nei confronti di questa gravissima crisi dell’economia reale, che in modo simmetrico, ha colpito tutti i paesi dell’Europa. Oltre alla BCE e al superamento del Patto di Stabilità, sono stati tantissimi gli interventi della Commissione e del Parlamento europeo. Facciamo un elenco degli strumenti sino ad oggi (7 aprile 2020) messi in campo per chiarire bene:
- 232 milioni di euro stanziati dalla Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, a favore della ricerca, del vaccino, della diagnosi e della cura del COVID-19;
- 37 miliardi di fondi strutturali europei, di cui 9 per l’Italia, che già erano in dotazione presso le nostre regioni, ma inutilizzati, relativi alla programmazione 2014-2020, da destinarsi subito con procedure burocratiche semplificate anche all’ambito sanitario;
- Aumento del Fondo di Solidarietà, che viene portato a 800 milioni all’anno per catastrofi e calamità naturali tra cui anche la diffusione di pandemie. Ricordiamoci che l’Italia negli ultimi anni ha utilizzato ben 2,3 miliardi di questo Fondo come risposta a terremoti, piogge e inondazioni;
- Introduzione straordinaria del programma “SURE” – State sUpported shoRt-timE work, cioè di una indennità di disoccupazione straordinaria, finanziata con l’emissione di titoli da parte della Commissione con garanzia data dagli Stati (che potremmo chiamare SureBond) per un totale di 100 miliardi;
- Rafforzamento della Banca Europea degli Investimenti fino a 200 miliardi che insieme alla nostra Cassa depositi e prestiti potrà rilasciare liquidità per le piccole e medie imprese italiane;
- Oltre 80 milioni di euro destinati a RescEU, il Meccanismo di protezione civile unionale, per creare una prima riserva europea comune di apparecchiature mediche di emergenza e per aiutare i paesi membri a rimpatriare i cittadini europei;
- Nuovo bilancio europeo pluriennale (2020-2027), che includerà un Piano di Ricostruzione Straordinario, probabilmente finanziato con l’emissione di obbligazioni da parte della Commissione ma con garanzia del bilancio dell’UE (i famosi Eurobond), che miri a puntellare la ripresa economica nel lungo periodo.
E il MES? Il Fondo Salva Stati? Il dibattito è ancora aperto e non è chiaro quale posizione prevarrà. Al momento questo strumento, esterno dell’Ue, e in mano ai Ministri delle finanze degli Stati, include 410 miliardi e funziona tramite prestiti ai paesi che devono fronteggiare crisi economiche profonde (come nel caso della Grecia). Sono previste condizionalità piuttosto rigide sotto la vigilanza della BCE. C’è chi ritiene di utilizzarlo per l’attuale emergenza senza condizionalità e chi è contrario (tra cui anche il M5Stelle). Rispetto all’intervento della BCE, il Fondo Salva Stati avrebbe una efficacia inferiore e sapremo presto se il nostro governo spingerà per disporre anche di questi prestiti oppure se s’indirizzerà su altri meccanismi.
Gli Eurobond, già di fatto presenti, in piccolo, nel meccanismo di finanziamento del programma per la disoccupazione SURE, potrebbero rientrare, come detto sopra, per sostenere il Piano di Ricostruzione dei prossimi anni con una garanzia offerta dal bilancio dell’UE in modo che il Parlamento europeo abbia voce in capitolo, come è giusto che sia, essendo l’unica istituzione elettiva.