A fronte dell’emergenza sanitaria creata dal Coronavirus, servono sforzi urgenti e coordinati da parte delle istituzioni europee, nazionali e sub-nazionali. Come europarlamentare, penso che il compito specifico sia quellodi battermi nelle sedi opportune perché l’Europa si faccia sentire presto e bene. Un primo passo è stato fatto dalla Commissaria alla sanità Stella Kyriakides che ha prontamente stanziato 232 milioni di euro per far fronte alle conseguenze dell’epidemia. Diquesti, 114 milioni sono destinati all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), affinché prepari un piano di emergenza sanitaria globale; 15 milioni di euro sono indirizzati ai paesi africani, i quali a causa di sistemi sanitari debolissimi, rischiano didiventare i focolai più pericolosi al mondo per il virus; circa 100 milioni andranno alla ricerca e alle cure, e altri 3 milioni alla Protezione Civile europea. Ovviamente, questo primo finanziamento non è sufficiente. E nella discussione plenaria del 9-12Marzo a Strasburgo si deciderà quali altri aiuti varare; dal Fondo di Solidarietà, al Fondo Salva Stati, a possibili Fondi ad hoc, sino all’allentamento della clausola sulla flessibilità per i bilanci nazionali. L’impatto del Coronavirus sull’economia delleregioni del Nord e in generale di tutto il nostro paese è drammatico; dovremo fronteggiare una crisi del mondo produttivo paragonabile a quelle successive ai grandi conflitti mondiali. Questa è davvero l’occasione per l’Europa di dimostrare di non essere unasomma di debolezze ma un soggetto forte e credibile nel mondo.