Il Quadro finanziario pluriennale per i prossimi sette anni è senza dubbio la questione aperta più importante di questa legislatura e avviene in un contesto politico completamente nuovo, caratterizzato dalla Brexit. Questa recente e dolorosa ferita, non può però essere un alibi o costituire un pretesto per fare un passo indietro. Piuttosto, deve essere un’occasione per mostrare a tutti quali siano i vantaggi dell’appartenenza all’Unione europea.
Pertanto, nell’ambito di negoziazioni complesse con il Consiglio e la Commissione, come parlamentari rimaniamo fermi e determinati nel chiedere un aumento significativo del bilancio pluriennale per finanziare gli obiettivi ambiziosi di questa legislatura tra cui il Green New Deal e il Pilastro sociale.
Ecco perché serve anche una revisione delle cd. “risorse proprie”, entrate e risorse che siano direttamente legate agli obiettivi di policy dell’Unione e che vadano a ridurre i contributi degli stati nazionali. Tagli alle politiche tradizionali, come la coesione, la politica agricola comune (PAC), ma anche alla ricerca – Horizon Europe – o a programmi che hanno fatto la storia della nostra Unione, come Erasmus, o che la faranno, come la Garanzia per i Bambini, non possono essere tollerati da questo Parlamento europeo, che non darà il via libera ad un accordo sul quadro finanziario al ribasso o poco coraggioso.
Questa è l’ultima opportunità che abbiamo per cambiare l’Europa dei prossimi 7 anni e per sorprendere i cittadini europei. Sorprenderli significherà dunque aumentare la quantità di risorse disponibili e fare in modo che le promesse della Commissione Von der Leyen diventino realtà.