Mentre rientravo venerdì scorso dalla bellissima assemblea congressuale di Confcooperative Romagna, intitolata ‘Costruttori di bene comune’, non potevo fare a meno di osservare la ricchezza e la forza che il nostro paese e la mia Regione a volte sanno esprimere a livello locale e sul territorio.

Il mondo della cooperazione rappresenta proprio una di queste realtà positive, variegate e pensanti. Un mondo che si regge da una parte sulla determinazione e la competenza delle persone, dall’altra sull’aspirazione costante a confrontarsi con le sfide che riguardano la nostra società. “Pane” per chi è in politica, nonché strumento indispensabile per dare all’Europa linfa e anima e per costruire proposte innovative.

L’Europa che vogliamo rappresentare a Bruxelles è proprio questa. Un’Europa che crea condivisione, che sa mettere in comune le persone e le energie per affrontare le sfide che abbiamo davanti.  Per questo durante il mio intervento all’assemblea di Confcooperative Romagna ho confermato l’impegno che l’Unione Europea deve mettere sulle due grandi priorità di questo mandato: il green new deal ed il pilastro sociale europeo.

Sull’ambiente, è necessario ripensare ogni politica pubblica per l’impatto che ha sui cambiamenti climatici. La vera scommessa di queste settimane è quella di riorganizzare il bilancio europeo secondo questa prospettiva, negoziando fondi a sufficienza per mettere in campo misure davvero adeguate alla sfida green.

Sul sociale, si tratta di dare concretezza ad alcune misure: dalla garanzia minori, passando alla direttiva sul salario minimo, fino ad indennità europea di disoccupazione. Queste sono le priorità su cui non ci tireremo indietro, per fare in modo che l’Europa non si ripieghi su se stessa ma, al contrario, possa fare uno scatto in avanti nei prossimi anni.