Martedì 4 febbraio ho incontrato dei rappresentanti di Confindustria, in particolare il prof. Pierangelo Albini, il direttore dell’area lavoro, welfare e capitale umano. Abbiamo parlato delle prossime sfide dell’UE nel sociale.
Il prof. Albini ha sottolineato le problematiche legate all’introduzione del salario minimo europeo in un sistema governato dalla contrattazione collettiva come quello italiano. Ci ha anche chiesto di insistere affinché venga data dignità alla formazione professionale, a cui in Italia non viene data tanta importanza quanto a quella universitaria.
Da parte mia, ho voluto rassicurare il dott. Albini della nostra totale contrarietà a stabilire un meccanismo statale per il salario minimo che sostituisca la contrattazione collettiva: le parti sociali devono essere in grado di svolgere il proprio ruolo al meglio, mentre il salario minimo europeo dovrebbe solo andare a coprire quelle sacche del mercato del lavoro non coperte da contratto collettivo. Credo comunque che il salario minimo possa essere un modo per riavvicinarsi ai cittadini e far recuperare loro la fiducia nelle istituzioni. Mi sono poi trovata totalmente d’accordo sulla necessità di investire nella formazione professionale. Insomma, è stato un incontro molto interessante, che spero sia solo l’inizio di un dialogo fruttuoso con industria e sindacati.