Sono intervenuta a Strasburgo per chiedere alla Commissaria Dalli di attivarsi il prima possibile per abbattere il divario salariale di genere e combattere le discriminazioni che le donne subiscono sul mercato del lavoro. Uomini e donne, ripetiamolo ancora una volta, devono essere uguali davanti al salario, a parità di impiego.
In Parlamento abbiamo dato seguito concreto al dibattito e negli ultimi giorni, a nome del gruppo dei Socialisti e Democratici ho negoziato con gli altri gruppi politici una Risoluzione che mette nero su bianco gli impegni che chiediamo alla Commissione per riparare a questa ingiustizia sociale. Il negoziato è stato duro ma il testo finale contiene nodi fondamentali.
Chiediamo infatti che la nuova strategia per l’uguaglianza di genere dell’UE sia particolarmente ambiziosa e che la Commissione prepari in tempi brevi una proposta legislativa sulla trasparenza salariale, in modo che le eventuali discriminazioni siano immediatamente individuabili. Al tempo stesso chiediamo misure concrete e il coinvolgimento delle parti sociali per garantire il rispetto dei diritti e contribuire attivamente a rompere il soffitto di cristallo.
Allo stesso modo insistiamo sulla chiusura dei divari pensionistici tra uomini e donne. Non è possibile che le donne, dopo aver dedicato una vita al lavoro e alla cura domestica, molto più degli uomini, abbiano pensioni indecenti.
Insomma dovremmo essere finalmente vicini al traguardo: correggere una ingiustizia sociale e realizzare tutti gli articoli del Trattato dell’Unione. Spesso le donne studiano di più, dedicano più tempo a crescere i figli e ad occuparsi degli anziani, devono magari rinunciare al lavoro per occuparsi della famiglia e, se lavorano, guadagnano meno. Tutto ciò non solo non è sopportabile ma viola lo stato di diritto e l’equità sociale.