Ogni volta che torno sul nostro Appennino incontro realtà davvero speciali e persone straordinarie. E mentre ripercorro le stesse strade della mia adolescenza – quando trascorrevo l’estate con la mia famiglia in montagna a Palagano, in provincia di Modena – mi impressiono come allora per la bellezza di certi luoghi, così importanti e caratteristici.
Perché la montagna è davvero un ‘pezzo’ fondamentale dell’Emilia-Romagna. Non solo per i quasi 120 comuni montani che rappresentano il 42% dell’intera superficie regionale, dove risiede il 10% della popolazione. Ma perché l’Appennino è anche il ‘termometro’ della nostra regione e dell’intera Europa da un punto di vista ambientale, della biodiversità, dei servizi che siamo in grado di realizzare e mantenere.
Per questo sono tornata pochi giorni fa a Pavullo. Con la consigliera regionale Luciana Serri di Lama Mocogno, i Sindaci di Palagano e Prignano e tante altre persone della montagna abbiamo parlato delle problematiche del nostro appennino e delle risposte concrete che le istituzioni locali e l’Europa devono mettere in campo.
Tanto è stato fatto con fondi regionali ed europei, e per la prima volta dopo oltre dieci anni nel 2018 il numero dei residenti nelle zone montane è in aumento. Inoltre in questi 5 anni è stato favorito il ricambio generazionale in agricoltura, con oltre 1200 nuove imprese guidate da giovani. Poi è stata ridotta l’Irap per le imprese, potenziato l’elisoccorso con gli interventi notturni, investiti oltre 20 milioni di euro per la forestazione.
Tuttavia c’è ancora molto da fare: curare e tutelare il territorio montano, dare più servizi alle persone che lo vivono mantenendo in funzione quelli che già ci sono, rivitalizzare intere aree spopolate, mettere in campo progetti innovativi per intercettare fondi europei. Questi gli obiettivi del Green Deal europeo e nell’agenda Onu 2030. Forza Appennino!