La crisi economica e gli effetti pesanti che ha prodotto rispetto alla qualità della vita dei cittadini, così come i rilevanti flussi migratori che hanno investito i paesi europei dal 2014, hanno indubbiamente scosso alle radici le nostre democrazie e il modello di convivenza sociale su cui si fondavano. Costruire società inclusive e coese, in grado di affrontare e risolvere le grandi trasformazioni in corso, deve essere dunque l’obiettivo primario che si pone la nuova Europa: da questo punto di vista, l’uguaglianza di genere è vitale per la crescita sostenibile della comunità e dei nostri territori.

L’Europa in questi anni ha dato un enorme impulso alle politiche di genere e alla valorizzazione della presenza femminile nella società. Di questo, e di molto altro, abbiamo parlato sabato mattina a Fusignano, in occasione di un interessante dibattito insieme all’avvocato Rosa Vecchi e alla presenza di diverse associazioni femminili.

Come conferma il Gender Equality Report 2017, l’Italia, pur essendo il paese europeo che ha ottenuto negli ultimi 10 anni rilevanti progressi sul tema delle pari opportunità, partiva da una situazione molto arretrata rispetto agli altri Stati membri.

Per queste ragioni, sono convinta che l’Europa possa diventare motore e “modello” per la tutela dell’uguaglianza di genere. Nei mesi a venire il mio impegno sarà orientato non soltanto a tradurre in interventi concreti i progressi normativi in atto, ma anche ad incentivare un processo di cambiamento culturale che ampli il tema delle politiche di parità ad un ambito più ampio della lotta alla discriminazione.