In questi mesi sto lavorando perché l’Europa sia più vicina ai ragazzi e alle ragazze italiane, agli studenti e ai giovani che studiano o sono in formazione professionale.
Lo sto facendo sui due binari del mio impegno in Europa: da una parte con le Istituzioni ed in particolare con il Parlamento Europeo, che ha appena approvato l’incremento dei fondi per il lavoro giovanile, per la YEI (l’iniziativa occupazione giovanile) e per il programma Erasmus. Dall’altra con le persone e le realtà che hanno a che fare tutti i giorni con i ragazzi e li conoscono perché sono il loro ‘pane quotidiano’.
E’ per questo che ho incontrato di recente Aeca, l’associazione emiliano-romagnola che raggruppa i centri autonomi di formazione professionale, i quali favoriscono l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Insieme ad Aeca, che negli anni ha realizzato diverse esperienze di transnazionalità per giovani del sistema regionale degli enti che realizzano percorsi di istruzione e formazione professionale, stiamo puntando a favorire la mobilità internazionale dei giovani emiliano-romagnoli.
Obiettivo? Rendere sempre più facile, per i ragazzi e gli adolescenti impegnati nella formazione professionale, effettuare una parte del loro percorso all’estero: un’esperienza unica per chi l’ha fatta. Se la Commissione permetterà di integrare il Fondo sociale europeo con l’Erasmus, avremo risorse in più per tutti i ragazzi che altrimenti non potrebbero usufruire di una tale opportunità.