Martedì 17 novembre in Parlamento abbiamo discusso della strategia UE per la disabilità dopo il 2020. La Commissione in cui io lavoro, sul lavoro e gli affari sociali, aveva formulato nel 2017 un rapporto di iniziativa sul tema, sostenendo degli obiettivi molto rilevanti che mi sento di condividere.
Il primo obiettivo, l’accessibilità, ovvero la riduzione delle barriere architettoniche nelle nostre città, deve diventare un obiettivo orizzontale per ogni politica europea e nazionale. Il secondo obiettivo mi sta molto a cuore perché ci ho lavorato in Emilia-Romagna: è l’abolizione della medicalizzazione del trattamento della disabilità, a favore di un approccio che privilegi i servizi sociali e la comunità. Allo stesso tempo, per mettere al centro la comunità bisognerà aiutare chi si cura delle persone con disabilità (si tratta principalmente di donne).
L’UE investe nella disabilità principalmente tramite il Fondo Sociale Europeo e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Per fare di più bisognerà rafforzare gli investimenti per migliorare la condizione dei disabili nella scuola e sul mercato del lavoro. fus